Nuove scoperte archeologiche al Parco di Selinunte: riaffiorano la porta monumentale e porzioni di mura fortificate della città arcaica che chiudevano la città da Nord. Si riscrive, dunque, la mappa dell’antica Selinunte prima della distruzione dei Cartaginesi nel 409 a.C. grazie ai nuovi scavi che hanno portato alla luce le mura della città arcaica e che hanno spostato molto in avanti (circa 300 metri) l’estensione verso Nord della città, rispetto a quanto pensato finora, confermando la sua enorme importanza e la potenza tra i centri di cultura greca del Mediterraneo.
Per questa campagna di scavo hanno lavorato i giovani archeologi di Archeofficina con la direzione scientifica di Carlo Zoppi dell’Università del Piemonte Orientale, che già da giovane lavorava a Selinunte. «Abbiamo superato le recinzioni del Parco che risalgono a trent’anni fa e abbiamo trovato la cinta muraria e la porta monumentale – spiega il direttore del Parco archeologico di Selinunte, Felice Crescente - Di questi scavi resterà il metodo: essere in grado di sostenere le campagne di scavo, sperimentando anche tecniche innovative come la Tomografia geoelettrica tridimensionale, che permette di sondare il terreno fino a 4 metri».
Il primo rilevamento della zona lo fece Dieter Mertens nel 1996. L'archeologo tedesco ebbe allora l'intuizione che in quel posto del parco archeologico di Selinunte ci fossero altri resti dell'antica città e, in particolare, che la cinta muraria fosse molto più ampia di quella allora conosciuta. Lui aveva scavato già due delle porte di accesso che guardavano al porto orientale e, a nord, doveva esserci un'altra porta. Sono stati necessari 29 anni affinché quella cinta muraria affiorasse, grazie agli scavi avviati dal parco archeologico diretto da Felice Crescente.
Come scrive Max Firreri per Ansa, prima della distruzione dei Cartaginesi nel 409 avanti Cristo, la città, dunque, si estendeva più a nord rispetto all'attuale perimetro del parco, confermando così l'importanza e potenza dell'insediamento tra i centri di cultura greca del Mediterraneo: a fine V secolo avanti Cristo a Selinunte vivevano almeno 26mila abitanti, il suo territorio di influenza andava dall'attuale Mazara a Monte Adranone, sopra Sambuca, a Sciacca ed Eraclea Minoa, per un totale di altri 90mila abitanti.
Sono state individuate almeno 5000 tombe in tre diverse necropoli, tutte saccheggiate nei secoli dai tombaroli. Con gli scavi condotti dai giovani archeologi di 'Archeofficina' sotto la direzione scientifica di Carlo Zoppi dell'Università del Piemonte orientale, sono tornate alla luce porzioni di mura fortificate che chiudevano la città da Nord, e la porta, da cui passava la via sacra verso la necropoli monumentale fuori le mura. Questa era la via di accesso più difficile perché non protetta dai due fiumi e dal mare. Quando nel 409 avanti Cristo i Cartaginesi assediarono e distrussero Selinunte, attraversarono, probabilmente, anche questo ingresso: Diodoro Siculo descrive l'offensiva da Nord, dieci giorni di assedio e riporta 16mila morti in battaglia.
"Siamo partiti dall'intuizione di Mertens e dagli scavi dell'Istituto Germanico che ha dimostrato l'esistenza di un primo abitato - ha spiegato il direttore del parco Felice Crescente -. Superando le recinzioni che risalgono a trent'anni fa, abbiamo trovato la cinta muraria e la porta monumentale di circa 3 metri, identica alle altre due scavate da Mertens, quindi riconducibile al V secolo. Il fatto che guardi alla necropoli monumentale ci porta a pensare che da qui passavano i cortei funebri".