Un nuovo saggio critico getta luce inedita sull’universo cinematografico di Sergio Leone, intrecciandolo con la Sicilia letteraria di Tomasi di Lampedusa. Si tratta di Sergio Leone: mito e poesia (Edizioni Condaghes), firmato da Filippo Pace, docente di Lettere, scrittore e critico letterario, con una prefazione autorevole a cura di Aldo Maria Morace, figura di spicco della critica italiana e presidente delle edizioni nazionali di Verga, Pirandello e Capuana.
Il volume, agile ma profondo (80 pagine), si propone come una lettura tematica e poetica dell’opera di Leone, ponendo in dialogo cinema, letteratura e mito. In particolare, Pace esplora l’influenza esercitata dal Gattopardo di Tomasi di Lampedusa su C’era una volta il West, evidenziando affinità tematiche e stilistiche: il tramonto di un’epoca, la decadenza elegante, l’inevitabilità del progresso e la malinconica fine degli “ultimi giganti”.
“Nel cinema di Leone convivono infanzia e morte, favola e ferocia, mito e Storia”, scrive l’autore, restituendo una visione inquieta e lirica dell’universo leoniano. Il saggio è anche un omaggio personale: è dedicato al padre Nunzio, nato a Poggioreale e già vicesindaco del paese, scomparso alla fine del 2024. Una figura che ha trasmesso all’autore, insieme al sangue siciliano, l’amore per la letteratura e per la complessità della Storia.
Filippo Pace, nato a Sassari, insegna a Olbia, ma non ha mai dimenticato le proprie radici nel cuore della valle del Belice. Autore di romanzi e saggi, è una voce originale nel panorama intellettuale italiano, capace di attraversare generi e linguaggi, dal blog “Lettere dalla luna” alla regia cinematografica. Con Sergio Leone: mito e poesia regala al lettore un’interpretazione colta, intima e sorprendente di uno dei registi più amati del nostro tempo.